martedì 18 giugno 2013

Molestie spiegate ad un uomo

Sto navigando, come mio solito, tra i blog atei americani e leggendo dell'ennesima controversia sul sessismo della comunità (intesa come comunità generale e come comunità laica/scettica in particolare).
Come sempre, mi sorprende la quasi totale incapacità, da parte di alcuni uomini, di capire dei concetti che, per la donna media, sono assolutamente chiari, trasparenti ed evidenti.

Il motivo è quello che viene espresso, in inglese, con il termine privilege, traducibile con l'ovvio "privilegio", ma anche con "vantaggio". Esistono, in tutte le società, dei gruppi di persone che hanno dei vantaggi rispetto agli altri. Nella nostra società, per esempio, un ricco è avvantaggiato rispetto ad un povero. Un bianco è avvantaggiato rispetto a un nero (o a un asiatico o a qualsiasi altra minoranza "non bianca"). Un eterosessuale è avvantaggiato rispetto ad un omosessuale (o a un bisessuale... o a un asessuale). Un cattolico è avvantaggiato rispetto a un ateo (o a un musulmano, o a un indù...).

E un uomo è avvantaggiato rispetto ad una donna. Il vantaggio è dettato dal fatto che stiamo in una società che solo nominalmente ha raggiunto la parità. Se le leggi oggi non consentono discriminazioni (e, anzi, in molti casi creano dei vantaggi artificiali per le donne, in modo che possano almeno partire su un piano di parità), la cultura è ancora molto indietro ed è ancora modellata su concetti che vedono la donna come inferiore, come "compagna dell'uomo" (invece che come essere a sè stante) quando non addirittura, sottilmente, come proprietà di qualcuno.

Le donne sono abitualmente soggette a messaggi più o meno sottili che tendono a relegarle in questi ruoli specifici (inferiore, compagna, proprietà). Il problema sorge quando si cerca di spiegare questo meccanismo ad un uomo. Un uomo, generalmente, non ne capisce la gravità, specialmente perchè non ne capisce la persistenza e l'effetto. E questa è essenzialmente la natura del suo privilegio. Lui non è soggetto a queste cose, non deve subirle e perciò, in alcuni casi, le minimizza (e magari cerca pure di spiegare perchè ti stai sbagliando ad essere offesa/spaventata/disgustata/infastidita da certi comportamenti).

Recentemente mi è capitato di raccontare ad un collega il mio fastidio quando, in una passeggiata di, approssimativamente, 10 minuti, ho ricevuto 2 clacsonate, un "ciao bella" da parte di un ciclista e l'urlo belluino da parte di un tizio dall'altra parte della strada (di cui, per fortuna, non ho colto il contenuto).
La sua reazione? "Beh, è carino, no? Erano complimenti! Perchè fastidio?"

Lì per lì sono rimasta semplicemente a bocca aperta a chiedermi come facesse a non capire perchè non siano complimenti e anche se sono intesi come tali (e ne dubito) mi infastidiscano comunque.


Più tardi (perchè ovviamente le risposte soddisfacenti e articolate ti vengono solo quando non servono più -_-) ho immaginato di rispondergli così:

"Caro collega simpatico, intelligente, rispettoso, ma un po' obnubilato dalla tua mascolinità,
no, non si è trattato di complimenti. Si è trattato di tizi assolutamente sconosciuti che, senza preoccuparsi minimamente di verificare se io potessi essere interessata alle loro attenzioni, hanno pensato di poter interferire nella mia vita, entrare nel mio spazio personale e "sequestrare" la mia attenzione per sentirsi fighi. Si è trattato di tizi totalmente sconosciuti che hanno ritenuto la loro intenzione di farmi un presunto "complimento" più importante della mia intenzione di essere lasciata in pace. Si è trattato di tizi mai visti prima che hanno pensato che la loro opinione su di me dovesse avere un qualsiasi peso nella mia vita.

Non è abbastanza per farti capire? Immaginati questa situazione: hai presente quel gesto che si fa, a volte per richiamare l'attenzione di qualcuno, battendogli un dito su una spalla? Immaginati che chiunque, senza alcun motivo in particolare, decidesse di cominciare a farlo a TE. Ogni 5 minuti. Qualsiasi cosa tu stia facendo. Stai camminando per strada? TAC! Colpetto sulla spalla. Stai parlando al telefono? TAC! Colpetto sulla spalla, Stai guidando la tua macchina? Si sporgono dalle macchine di fianco e TAC! Colpetto sulla spalla. Sei su un autobus affollato e, anche se ti stanno dando fastidio, non riesci a spostarti? TAC! TAC! TAC! TAC! Una pioggia di colpetti sulla spalla.
Sei su un treno con le cuffie che ascolti musica e leggi un libro? TAC! Colpetto sulla spalla.
Sei al pub a chiacchierare con gli amici e a berti una birra? TAC! Colpetto sulla spalla.
Lo fanno i tuoi amici, lo fanno i tuoi colleghi, lo fa la tua famiglia e, soprattutto, lo fanno dei perfetti sconosciuti che non avevi mai visto prima.
Abbastanza fastidioso, vero? MA perchè??? Voglio dire, un colpetto sulla spalla è un gesto amichevole, non minaccioso, non fa male... perchè infastidirti?

Ci mettiamo il carico? Immagina, a un certo punto, di scocciarti dei colpetti sulla spalla e di iniziare a dire alla gente di smetterla.
Immagina che la gente decida di interpretare il tuo "Per favore smettila" come "Per favore continua".
Immagina qualcuno che ti blocca fisicamente il passaggio e ti costringe ad ascoltarlo mentre ti spiega perchè non devi infastidirti ed era solo un gesto amichevole. E intanto continua. TAC! TAC! TAC!
Immagina che si mettano a seguirti continuando a darti colpetti sulle spalle. TAC! TAC! TAC!
Immagina che questo ti capiti in mezzo ad una strada affollata dove nessuno sembra vedere qualcosa di sbagliato in quello che ti sta succedendo....
Immagina di sentirti dire "Beh, te ne vai in giro con un paio di spalle, cosa ti aspettavi?"

Immagina che la gente reagisca MALE.
Immagina che la gente si offenda perchè gli chiedi di smettere.
Immagina di sentirti rispondere che sei uno STRONZO perchè non accetti un gesto amichevole.
Immagina che qualcuno ogni tanto ti dica che se non accetti un gesto amichevole come quello, allora ti meriteresti di trovare qualcuno che TI AMMAZZI DI BOTTE.
Immagina qualcuno che inizia a minacciarti e a urlarti in faccia che la società in generale dovrebbe schifarti e che dovresti essere grato che LUI abbia deciso di graziare una MERDA come te del suo gesto amichevole.

Spaventoso, vero? Ti viene da diventare diffidente di qualsiasi gesto amichevole, persino di quelli genuini.

Ci mettiamo un altro carico?
Immagina che, ogni tanto, invece del solito colpetto sulla spalla ti arrivi un pugno in faccia.
Come ti sentiresti? Spaventato? Confuso? Atterrito dal fatto che non ti sei accorto che stavolta sarebbe arrivato un pugno? Impaurito dall'idea che, forse, se non l'hai capito questa volta, non sarai mai in grado di capire quando si fermeranno al colpetto sulla spalla e quando invece ti faranno male?

Come prenderai il prossimo colpetto sulla spalla?

TAC!"

PS: prima che a qualche eventuale lettore venga in mente di dirmi che sono "melodrammatica" e che NESSUNA è soggetta a questi trattamenti, consiglio di:

  • parlare un pochino con qualche amica o parente donna, chiedendo se sono mai state importunate, toccate senza il loro consenso, seguite per strada, insultate per un no ecc...
  • Seguire l'hashtag #Everydaysexism su Twitter. Una cosa che apre gli occhi...
Inoltre, sempre perchè io non venga tacciata di "esagerare", comunico che tutte le esperienze qui raccontate in metafora, ad esclusione del "pugno in faccia", sono accadute a me personalmente.