giovedì 2 febbraio 2012

Annamo bbene...

25.000 persone in adorante attesa del responso di una con le allucinazioni... facciamoci delle domande  -_-

http://www.ilmattino.it/video.php?id=14308

mercoledì 1 febbraio 2012

Vescovi con le idee chiare e laici confusi

In un'intervista rilasciata una ventina di giorni fa, il vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, ha pronunciato una serie di parole che mi hanno ridato speranza nel genere umano e, in particolare, in quella specifica categoria di esseri umani che si dichiarano religiosi.
Se tutti i religiosi (cattolici, protestanti, musulmani, induisti, testimoni di geova ecc... ecc..) la pensassero come lui, non ci sarebbe bisogno dei radicali e dell'UAAR.

Cito qui i passi salienti, e aggiungo il link per chi volesse leggersi l'articolo per intero. (i grassetti sono miei)

D: Nel 2005, in occasione del referendum sulla fecondazione assistita, lei dichiarò al Corriere della Sera che sarebbe andato a votare, lasciando libertà di coscienza ai fedeli. Eppure l’allora presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, era stato molto chiaro nel richiamare la Chiesa all’astensione. Rifarebbe quella scelta?R: "Senza dubbio la rifarei. Sono stato educato alla laicità dello Stato e al rispetto delle leggi civili. Quando il cittadino è chiamato a compiere delle scelte concrete, il compito della Chiesa è quello di offrire ai fedeli degli strumenti per decidere in autonomia e consapevolezza. Per questo ho detto alla mia gente: ‘Informatevi, documentatevi, vedete se questo tipo di soluzioni sono giuste e giudicate voi'".

D: Per gli omosessuali la convivenza civile è l’unica soluzione possibile per poter vivere stabilmente una relazione. Non crede che l’Italia abbia bisogno di un riconoscimento normativo per queste situazioni?
R: "Quando due persone decidono, anche se sono dello stesso sesso, di vivere insieme, è importante che lo Stato riconosca questo stato di fatto. Che va chiamato con un nome diverso dal matrimonio, altrimenti non ci intendiamo".

D: Siamo in ritardo sulla tabella di marcia?
R: "Uno Stato laico come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze, deve muoversi e definire diritti e doveri per i partner. Poi la valutazione morale spetterà ad altri". 
E mi viene da dire: caspita, se UN vescovo ci è arrivato a capire che nessuno vuole cambiare la disciplina sociale e morale della chiesa, ma tutti chiedono che la chiesa stia fuori dallo stato... perchè  non lo capiscono tutti?

A questa illuminante intervista risponde un inquietante figuro dal nome Alberto Giannino che, pare, sia abbastanza famigerato per le sue sparate anti-atei. Io, personalmente, non l'avevo mai sentito nominare e, probabilmente, è molto meglio per la mia sanità mentale... Già mi basta e avanza Pontifex -_-

E risponde come? Chiedendo le "dimissioni" di mons.Urso... Già...
Il post sul suo blog recita:
[Il Vescovo] propone che lo Stato risconosca le unioni gay, ma non i matrimoni gay
In ogni caso per un prelato è una posizione alquanto singolare che contrasta con il Magistero, la Tradizione e la sacra Scrittura
 Cioè, il Magistero, la Tradizione e la sacra Scrittura dicono che lo stato non può riconoscere le unioni gay?
E da quando il Magistero, la Tradizione e la sacra Scrittura dettano ciò che lo stato può e non può fare?

Questo significa che se nella pubblica opinione si auspicasse paradossalmente un'apertura su certi temi arditi lo Stato sarebbe chiamato a realizzarli per esempio sull'incesto o sulla pedofilia.

Questa è la parte che mi preoccupa di più... quando una persona non riesce a distinguere una situazione con delle persone adulte e consenzienti che decidono di comune accordo di costruirsi una vita assieme da una in cui esiste una VITTIMA... mi resta solo da decidere se è in cattiva fede e mette sullo stesso piano cose che non lo sono per confondere quelli con meno neuroni oppure se VERAMENTE non vede la differenza...

Non solo: lo Stato se riconoscesse le unioni di fatto un cittadino potrebbe avere quattro mogli come nell'Islam
Qui proprio non capisco quale sia il nesso...